apr 07 2009
Open Day Polimi – perchè rifarei Ingegneria Elettronica
Nei giorni scorsi ho partecipatoall'Open Day del Politecnico di Milano (www.polimi.it), organizzato per permettere alle future matricole di orientarsi tra i vari corsi di studi offerti dalle tre facoltà: Architettura, Design, Ingegneria.
Sono stato invitato dal Prof. A. Lacaita, il mio relatore e mentore sia durante la laurea, sia durante il percorso di dottorato di ricerca, il quale ha tenuto una delle sessioni di presentazione del corso di laurea in ingegneria di elettronica; con il suo tipico carisma e l'invidiabile capacità comunicativa ha illustrato il corso di studi trasmettendo validi e convincenti messaggi a chi dovrà scegliere un percorso di studi che sia un investimento per la propria vita.
La mia presenza, in affiancamento ad un ricercatore di successo, era sostanzialmente motivata dall'intenzione di mostrare concretamente alcuni dei possibili scenari che si presentano agli studenti dopo la laurea in ingegneria elettronica ed eventualmente dopo il dottorato di ricerca.
Questa giornata ha suscitato in me un po' di malinconia per i bellissimi anni trascorsi tra le mura del politecnico e mi ha fornito l'occasione per razionalizzare alcuni pensieri circa il mio percorso di studi.
Chi mi conosce bene sa che dopo i 5 anni di studi in ingegneria elettronica e i 3 anni dedicati a conseguire il dottorato di ricerca ho scelto una strada "imprenditoriale" nel campo ICT, principalmente in ambito software (www.IdeaTechsrl.com). Ad occhi esterni, la scelta di competere sul piano del software può risultare in contraddizione con la montagna di studi che ho svolto in ambito elettronico, mentre potrebbe risultare più congrua con studi in ambito informatico. Eppure sono fermamente convinto che, se "riavvolgessi il nastro" della vita, rifarei esattamente le stesse scelte, prime fra tutte quelle di iscrivermi ad ingegneria elettronica e di conseguire il dottorato di ricerca, in quanto credo che la formazione in ambito elettronico mi abbia permesso di maturare capacità che oggi mi sono utili per competere sul mercato.
Nel mondo ICT non esiste un bagaglio di nozioni consolidate che possono essere applicate in serie per produrre business; la continua evoluzione degli strumenti e delle tecnologie porta ad un'incessante mutazione dei modelli, dei processi, delle tecnologie, dello stato dell'arte; questo fa si che la partita non si giochi solo sulle conoscenze di base e sull'esperienza maturata sul campo, aspetti che comunque vengono visti dal settore come scontati, ma sulla rapidità di adattamento alle novità, sull'efficienza nell'identificare e realizzare di nuove soluzioni e, ingrediente fondamentale, sull'innovazione.
Il successo del corso di ingegneria elettronica nel formare professionisti in grado di competere su piani tanto dinamici e spesso anche caratterizzati da contenuti diversi dall'elettronica in senso stretto, si spiega analizzando due aspetti molto evidenti:
- le nozioni di base necessarie alla comprensione dell'elettronica sono nozioni multidisciplinari
- le applicazioni elettroniche sono trasversali a moltissimi ambiti
Da un lato le nozioni propedeutiche alla comprensione di circuiti e componenti elettronici derivano da molteplici discipline di base : fisica, matematica, statistica, chimica. Questo richiede, certamente, un enorme sforzo di preparazione prima di poter affrontare lo studio dell'elettronica in senso stretto, ma garantisce un bagaglio culturale esteso e variegato.
Dall'altro lato l'elettronica si pone come disciplina trasversale a molteplici campi applicativi, tra questi: meccanica, medicina e diagnostica, comunicazioni, energetica, arte, etc.... Questo richiede agli ingegneri uno sforzo di astrazione e una predisposizione all'adattamento a ambiti sempre nuovi che risultano preziosi in un mercato in continuo fermento ed estremamente competitivo.
E' questo mix tra multidisciplinarità della conoscenza di base e trasversalità della applicazioni che rende gli ingegneri elettronici capaci, meglio dialtri, di affrontare con successo il presente e di dominare i cambiamenti del futuro con la serenità di chi è conscio di poter e saper competere per un posto sulla "cresta dell'onda".
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